Non smette di piovere da stamattina.
L'acqua continua a scrosciare là fuori, sembra non voler smettere mai più. Passo da una stanza all'altra con una strana smania addosso, che proprio non riesco a capire. Guardo un film di Pupi Avati che di venerdì pomeriggio, sul divano, ci può stare: concilia e, se hai un debole per le cose semplici d'altri tempi, ti strappa anche una lacrimuccia.
Continua a gocciolare l'universo e anche quella sensazione strana continua. Mi faccio una tisana alla frutta, che è calda e ci sta bene di venerdì pomeriggio: rallenta lo scorrere del tempo e posso guardarmi comodamente tutto il fine settimana che mi godrò da qui ai prossimi giorni.
Eppure, oggi, qualcosa non torna.
Mi affaccio.
Guardo su.
Allora capisco.
Il cielo.
La pioggia ha tirato giù tutto: gli alberi che circondano casa nuova sono quasi spogli e, dopo mesi, le mie finestre rivedono il cielo. A terra, per strada, un tappeto di foglie. Dentro, tutto intorno, un sacco di luce. E la luce cambia i colori delle cose, rende l'intorno più spazioso, il cuore più leggero.
L'inverno è quasi arrivato, penso, ed è il primo che vedrò da questo angolo di mondo.
Bevo quel che resta della tisana.
E accendo la musica.