A freddo, sabato, senza preavviso alcuno, il palcoscenico mi ha chiamato di nuovo. Il microfono mi è piombato in mano e si sono aperte le danze. Di fianco coreografe personalissime. Intorno scenografie parietali pubiche e schiumose. Di tanto in tanto gli occhi del mio moroso [lo dico alla emiliana maniera, to' mo'] sopravvissuto magistralmente alle grinfie di uno slippino leopardato. Se non fosse che la Marchesa de Sade mi ha bruciato sul tempo i cavalli di battaglia, sarebbe stato tutto perfetto. L'occasione era troppo ghiotta per scoraggiarsi e ho fatto la mia porca figura con l'altro mio classico, quello rromantico. A fine serata gli astanti entusiasti mi hanno omaggiato dell'appellativo: Caterina Caselli de' li Castelli.
Che vi devo dire, son cose che danno soddisfazioni in questo mondo triste.
Si, però la Marchesa non me lo doveva fare... adesso me la metto su e me la canto. E la dedico, ovviamente, a tutti quelli che ai fanatici in pelle ci credono davvero!
uhm?! dove cacchio eri? :)
RispondiEliminaLa marchesa non faceva di cognome De Sade (chiedi all'organizzatrice) e tu eri stupendissima.
RispondiEliminaFirmato,
un FIPSP.
ps: e mi permetto di sottolineare che il classico rromantico l'ho consigliato io. Così come l'altro svuota pista (lo confesso: ero stanco).