puh!

Come descrivere la sensazione di vuoto che si prova quando un click inspiegabile ti cancella tre quarti di un post sentitissimo che ti coccolavi da un sacco di tempo e che finalmente aveva visto la luce? Come descrivere la sensazione di disperazione che ti assale quando, due attimi dopo, la speranza di recuperare lo scritto viene inesorabilmente bruciata dal salvataggio automatico che non avevi chiesto? Come descrivere la sensazione di rabbia che senti crescere vorticosamente da sotto la scatola cranica [un pò anche da dietro lo sterno] e che ti urla di scaraventare il portatile fuori dal balcone di un quarto piano con tutta la forza che hai nelle braccia? Come descrivere la sensazione d'impotenza che ti finisce quando un barlume di lucidità ti fa ricordare che non hai i soldi per comprare un portatile nuovo, rubandoti così l'unica catarsi possibile?

Tutto ciò, semplicemente, non può essere descritto.

basta poco, che cce vo'?!

Stasera tornavo a casa stanca. Una stanchezza dolorosa che si mischiava al freddo che il cappotto non riusciva a contenere. Avrei voluto sbattere gli occhi e trovarmi catapultata sul divano arancione di Andrea. Avrei voluto catapultarmi in un qualsiasi posto caldo e diverso. Guidavo piano e pigiavo senza intenzione i canali della radio.
Ad un tratto è iniziato un pezzo. E ha smesso di piovere. Di fare freddo. E' svanito il dolore portandosi dietro la stanchezza. E Reggio, per due minuti, è diventata bellissima. Sarebbe potuta essere qualsiasi posto del mondo...



...poi, va bè, mentre tentavo invano di imitare la tonalità di Nico mi sono dimenticata di dare la precendenza alle fottute biciclette... ma questa è un'altra storia

un mondo diverso è possibile?

La morte di Monicelli mi ha colpito molto. Continuo a pensarci. Non tanto per il fatto che se n'è andato un grande regista, quanto per il modo in cui ha deciso di farlo.
Un uomo affetto da una malattia terminale decide di farla finita e decide di farlo nel pieno delle sue facoltà. Si getta dal quinto piano di un ospedale.
Una donna, colpita da una malattia che non lascia speranza, rifiuta coscientemente la respirazione artificiale perchè l'idea di vivere immobile, per anni e anni, attaccata ad una macchina, senza poter parlare se non con le palpebre degli occhi per dire sì o no, la terrorizza più della morte stessa. Per far questo deve fare una dichiarazione giurata davanti a due testimoni e al primario di un ospedale. Nella solitudine di una casa deve lasciarsi morire, lentamente, giorno dopo giorno, fin quando l'ossigeno non arriva più al cervello. Ed entra in coma. E dopo poco muore. I familiari vengono accusati di eutanasia indiretta.
Un padre, dopo vent'anni di coma vegetativo della figlia, o meglio, l'ammasso di carne atrofizzata che qualcuno si ostinava a tenere in vita e che un tempo era stata sua figlia, decide che è arrivato il momento di dire basta. E viene massacrato mediaticamente e umanamente. Per mesi.
Un altro uomo, il cui corpo è ormai ridotto ad una tomba di carne e sangue ma il cui cervello funziona perfettamente, chiede disperatamente e lucidamente che si stacchi la macchina che lo tiene in vita. Perchè lui, essendo completamente paralizzato, non può farlo da sè. La mano che lo aiuta viene processata. Ciò a cui è stato sottoposto, mediaticamente e non solo, quell'uomo che voleva solo morire.. ancora non riesco a dimenticarlo.

Ho citato solo pochi esempi, tre piuttosto famosi, uno a me vicino. Se ne potrebbero fare tanti altri e la domanda sarebbe comunque la stessa: ma come si può, in un paese che vuole definirsi civile, tollerare questo stato di cose? Come si può fare per far capire ai cattolici che nessuno vuole ledere i loro diritti ma che non si può più tollerare che si calpestino tutti gli altri in virtù di una fede che non si condivide? Ma lo stato non è laico? E allora perchè l'eutanasia non viene legalizzata? Perchè io devo essere salvata per forza? Salvata da cosa, poi? E se io NON volessi essere salvata? Come si fa a ripulire sto stivaletto di terra dalle montagne di ipocrisia che lo stanno facendo annegare?

Credo di non provare più alcun rispetto per la gente di dio, neanche in virtù di quella diversità che tanto amo. Spero che un giorno riescano a perdonare loro stessi per il male e la sofferenza che con il loro egoismo e la loro paura continuano, senza ritegno, a perpetrare. Ma di più ancora, spero che un giorno diventeremo così forti da riuscire a guadagnarci la libertà di poter morire in modo dignitoso.

Amen.

Aggiornamento:
Munitevi di coraggio e fate click...