Di venerdì

Non smette di piovere da stamattina.
L'acqua continua a scrosciare là fuori, sembra non voler smettere mai più. Passo da una stanza all'altra con una strana smania addosso, che proprio non riesco a capire. Guardo un film di Pupi Avati che di venerdì pomeriggio, sul divano, ci può stare: concilia e, se hai un debole per le cose semplici d'altri tempi, ti strappa anche una lacrimuccia.
Continua a gocciolare l'universo e anche quella sensazione strana continua. Mi faccio una tisana alla frutta, che è calda e ci sta bene di venerdì pomeriggio: rallenta lo scorrere del tempo e posso guardarmi comodamente tutto il fine settimana che mi godrò da qui ai prossimi giorni.
Eppure, oggi, qualcosa non torna.

Mi affaccio.
Guardo su.

Allora capisco.
Il cielo.

La pioggia ha tirato giù tutto: gli alberi che circondano casa nuova sono quasi spogli e, dopo mesi, le mie finestre rivedono il cielo. A terra, per strada, un tappeto di foglie. Dentro, tutto intorno, un sacco di luce. E la luce cambia i colori delle cose, rende l'intorno più spazioso, il cuore più leggero.
L'inverno è quasi arrivato, penso, ed è il primo che vedrò da questo angolo di mondo.
Bevo quel che resta della tisana.
E accendo la musica.



 

riflessione a margine di preparativi per un'imminente partenza

Le mie valigie sono un po' come me: per quanta cura ci metta nel prepararle, covano sempre qualcosa di irrisolto.

cicc ciacc

Ho un'età per cui potrei non essere ancora arrivata a metà della mia vita eppure in certi momenti mi sento un umarell. Un umarell incastrato in un corpo di donna. Un umarell che non trova il quarto per farsi una partita a tressette e allora se ne va a guardare i cantieri con le mani incrociate dietro alla schiena imprecando contro i giovini bracaloni e la reintroduzione della tassa sulla prima casa.

libera

Vorrei prendermi una vacanza da questa vita. Per un po', una quindicina di giorni. Addormentarmi e svegliarmi bruco o filo d'erba. Vedere il mondo da un'altra prospettiva, affrontare l'esistenza secondo altri parametri d'importanza. Granello di sabbia. Nuvola. Gatto d'appartamento. Inseguire urgenze che da qui possono sembrare banali, certo, ma essere anche libera da qualcosa che possiamo concepire solo noi razzaccia umana: l'ipocrisia.
Libera. Solo per un po'.





puf!

Ma dove se ne vanno le persone che muoiono? Un momento son qui, vicino a noi, e l'attimo dopo puf. E cosa resta, a chi resta? Un archivio di ricordi e sensazioni da rendere il meno ingombrante possibile e quella sensazione di totale impotenza che per un po' avrà l'inutile pregio di farti dimenticare tutti i problemi che avevi.
Nn so. Continuo ad aprire nuovi archivi ma l'unica cosa che vorrei è poter credere davvero che un giorno ci si rincontri, da qualche parte. In qualche modo.

consapevolezze

Io non insegno lingua italiana agli stranieri.
Io aiuto degli autolesionisti a cercare la regolarità nell'irregolarità.

I 'perchè' che aiutano a far crescere solo la velocità di rotazione degli zebedei

Perchè quando nevica si bloccano i treni?
Perchè quasi tutti i treni Piacenza-Bologna causa precipitazioni nevose sono stati soppressi?
(Fra tanti treni, quelli dei pendolari, perchè?)
Perchè la neve riesce ad entrare dai finestrini e dalle porte chiuse dei treni?
(Chiuse, cioè il contrario di aperte, quindi non si entra, perchè appunto chiuse che è il contrario di aperte)
Perchè quando nevica le scuole (pubbliche) chiudono e tutto il resto no?
Perchè gli operatori ecologici non liberano i marciapiedi dalla neve con la stessa premura con cui in autunno raccolgono fino all'ultima foglia caduta dall'albero?
Perchè non esiste un modo per spalare la neve dalle strade senza creare montagne di neve ghiacciata sulle fiancate delle macchine parcheggiate che poi non riescono più a uscire dai parcheggi stessi?
Perchè le vecchine emiliane anche quando nevica escono con la bicicletta?

Tutto ciò mi sfugge drammaticamente.

Dicevamo...

... che sì, un altro anno è andato. I mesi si sono rincorsi, raggiunti e scavalcati. Sono successe un saccaccio di cose, alcune belle altre meno. Ho lavorato sempre, per esempio. E questa mi sembra una gran cosa visto gli spread che corrono. Ho conosciuto centinaia di persone nuove, amici nuovi però non ne ho trovati. La cosa che più mi è mancata: nuovi input musicali. Devo al più presto trovare qualcuno a cui succhiare il sangue, musicalmente parlando.
Sono stata a Madrid e in Kenya. E a Napoli ( e a Mantova, e sul Lago di Garda, ecc...). Ho fatto pic nic, ho votato, ballato (poco) il roccherrol. Sono andata parecchie volte al cinema e ho traslocato un'altra volta (cazzo, un'altra volta). Ho visto in concerto Vinicio, Skiantos, Perturbazione e per la prima volta... l'Aida. Son passata al Jamboree Summer Festival, al Cotechino d'oro e pure a Gardaland. Son finita sulla gazzetta locale, fotografata e intervistata. Qualche volta mi è capitato di piangere ma ho anche riso un sacco. Mentre nel resto del mondo scoppiavano primavere, centrali nucleari e indignazione io mi sono liberata dell'uso del cellulare e vorrei, in questo anno a venire, continuare a scrollarmi di dosso altro superfluo.
Dei buoni propositi per l'anno nuovo ne faccio a meno, tanto quello che conta davvero è quello che puoi raccontare perchè l'hai vissuto, non perchè avresti voluto farlo.
Lascio infine una canzone che mi è sempre piaciuta un sacco. Non so perchè. Forse il lamento di Patty Smith in sottofondo. E la band, ovviamente, non è scelta a caso.





 Una cosa curiosa: quest'anno ho iniziato ad usare il Mac ed è morto Steve Jobs (Sarà un caso... ma quasi quasi faccio la tessera al PdL).